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MONDRAGONE 🤣🤣La sorella del sindaco Lavanga: “Con tutto il rispetto per la Madonna, mio fratello ha fatto fermare l’aria”. L’anno prossimo lui e Zannini cammineranno sulle acque

8 Agosto 2022 - 17:56

Inutile specare discorsi improntati sulla riprovazione, sul biasimo, sull’identità tragicomica dei governi cittadini degli ultimi anni. Inutile, perché fatti come questo non possono stupire gente come noi che li racconta da tempo ogni giorno. Qui sotto, il post pubblicato in facebook da Loredana Lavanga

 

MONDRAGONE (g.g.) Valutandola col ph neutro ed evitando, conseguentemente, di incastrarla in una ben definita dimensione spazio-temporale, rifuggendo dalla tentazione di utilizzare i registri dell’indignazione e della severa riprovazione, costituirebbe un atto doveroso, normale, perché no, anche scontato, quello di valutare questa notizia usando gli strumenti della riprovazione civile, ancor prima di quelli della ortodossa critica politica.

Se, infatti, un congiunto di un qualsiasi sindaco o di un qualsiasi borgomastro del mondo afferma che il proprio consanguineo sia dotato, addirittura, di un appeal e di un carisma superiori a quelli che promanano dalla Madonna, l’unica salvezza, per il propalatore o per la propalatrice, è rappresentata da una dichiarazione di incapacità di intendere e di volere.

Perché se così non fosse, ci sarebbe da sviluppare tanti discorsi su quello che ieri mattina, in un altro articolo (clikka e leggi)

abbiamo definito familismo amorale ma che in questo caso, estendendo e rielaborando la teoria di Edward Banfield, potremmo definire familismo demenziale.

Ma siccome noi siamo un giornale locale, di dimensione fondamentalmente provinciale, l’applicazione dell’incastro spazio-temporale va, come suol dire, da sé.

E alla luce di questo, non si possono certo sprecare, a differenza di quello che si avverte il dovere di fare se non stessimo parlano e scrivendo del posto di cui stiamo parlando e scrivendo, ingegni, conoscenze, cognizioni, per stigmatizzare ciò che ha scritto la signora Loredana Lavanga, sorella del sindaco di Mondragone, Francesco Lavanga.

Nell’ultima mezz’ora, abbiamo letto diversi post di commento, rilasciati da social-fruitori mondragonesi, sicuramente abitati da una riprovazione, da espressioni di biasimo che, in qualsiasi altro posto (cioè, ritornando al concetto iniziale, in una diversa collocazione spazio-temporale),  costituirebbero una cornice doverosa a ciò che la signora Lavanga ha scritto ma che, trattandosi della Mondragone di oggi, della Mondragone del presente, che si sovrappone a quella del passato prossimo degli ultimi cinque anni e mezzo, vanno considerati anche esagerati, eccessivamente seriosi. “Da che punto guardi il mondo tutto dipende” e, dunque, quello che può essere molto delicato e serio in un posto, da un’altra parte può essere accolto con assoluto, forse, addirittura, rassegnato disincanto.

Mondragone vive una fase di irreversibile declino morale. Per di più, lo stesso non è causato da una classe dirigente che, pur sapendo di muoversi in maniera scomposta, inortodossa, spesso illegittima, confida nella disattenzione, nella totale assenza di un diffuso pensiero di cittadinanza, per portare avanti, tranquillamente, i fatti propri. No, qui è un tutt’uno. I fatti propri non sono il culmine, l’anello finale, l’obiettivo di strategie studiate a tavolino da menti, comunque, sufficientemente raffinate, che decidono scientemente di operare in maniera a dir poco disinvolta, assecondando in funzione direttamente proporzionale, pur avendo piena percezione del fatto che si tratti di una grave distorsione, di un precipizio degenerativo, una visione del mondo ristretta dalla scarsa consistenza culturale di molta parte delle genti autoctone.

No, qui il pacchetto è unico. Qui accade che l’ignoranza, che è tale ed è orgogliosa di manifestarsi come tale, va al potere e ne occupa tutti gli spazi dentro i quali l’ordinamento dello Stato, tutto quello che lo precede, tutto quello che ne è propedeutico, in termini di valori morali, etici, più in generale, culturali e tutto quello che gli succede e gli è conseguente viene soppiantato, relegato definitivamente nell’ufficio delle cose perdute e sostituite da un regime che mescola l’ignoranza ad una gestione che, a questo punto e in base alla premessa appena fatta, non ha più bisogno di salvare neppure la faccia, neppure le apparenze.

Loredana Lavanga, dunque, essendo noi convinti già da tempo., già da anni, dello stato delle cose in quel di Mondragone, ci può strappare al massimo un sorriso, in grado di trasformarsi in una prorompente risata. Ma che le vogliamo dire a una che scrive “con tutto il rispetto della Madonna, io quando mio fratello è sceso dalla barca si è fermata l’aria”?. Ripetiamo, costituirebbe una garanzia, un atto di generosità, nei confronti di questa persona, utilizzare la categoria valutativa dell’irrazionale, di non granitiche facoltà mentali. Sarebbe una scappatoia possibile. In caso contrario, asserendo che si tratta di affermazioni rilasciate nella piena facoltà di intendere e di volere, cosa facciamo? L’ennesimo discorsone sulla insostenibile minchioneria dell’essere mondragonese, all’epoca di Giovanni Zannini e Francesco Lavanga?

Forza, facciamocela una risata, quella che anarchicamente è in grado anche di seppellire sotto la colata del ridicolo: in effetti, guardando con attenzione la fotografia ridanciana e ridolina di Zannini che, ovviamente, si trova a prua e in primo piano e del sindaco pro forma, ovviamente defilato alle sue spalle, ci sta benissimo, ci sta alla grande che la Madonnina del mare, dell’Incaldana, grande retaggio del buono e genuino cattolicesimo popolare di Mondragone, venga rappresentata come un complemento di arredo, come qualcosa che va, comunque, sotteso alla importanza, al significato, a questo punto non solo laico, ma anche di autentica guida spirituale, incarnata da Lavanga e da Zannini.

E allora, signora Lavanga, ci chiediamo perche mai, la barca che ha ospitato l’immagine sacra della Madonna, abbia fermato la sua navigazione sul bagnasciuga e non, invece, a 50 o 60 metri dalla riva. Perché, se l’immagine della Madonna, insieme al conducente o ai conducenti della barca, aveva necessariamente bisogno di andare a riva per poter toccare terra, quei due là, quelli che ridono come se stessero davanti ad una bistecca di manzo e a una bottiglia “di vino con un panino, che felicità…” e non a pochi centimetri da un’immagine sacra, quei due là, Giovanni Zannini e Francesco Lavanga, che, secondo lei, sognora Loredana, è in grado, addirittura, di “fermare l’aria”, avrebbero potuto tranquillamente guadagnare la riva camminando sulle acque, visto e considerato che, chi importante è come e anche più di Maria Santissima, cioè esattamente come lo sono Lavanga e Zannini, lo fece senza alcun problema quando “ne ebbe necessità” sul Mar di Galilea.